Anno: 2012
Pagine: 228
Formato: 17x24cm
ISBN: 9788867600199
€ 18,00
La corporeità rappresenta, da sempre, nella riflessione pedagogica "speciale" un focus progettuale essenziale nella costruzione di ambienti di apprendimento che possano operare in termini di valorizzazione dell'identità di tutti coloro che partecipano e vivono una relazione di insegnamento e apprendimento attivamente inclusiva. Ciò nonostante, nei diversi ambiti della realtà educativa e della relazione di aiuto, la "mediazione corporea" è stata da tempo individuata quale area sensibile e significativa della ricerca e della progettazione didattica, laddove, fino a pochi anni fa, si ragionava in termini di espressione corporea e psicomotricità.
Questo lavoro di Mauro Carboni cerca di comprendere e definire se e in che senso ciò possa costituire una concreta assunzione di un paradigma pedagogico realmente diverso. La Prefazione di Andrea Canevaro apre in tal senso una molteplicità di percorsi di riflessione attraverso alcune "parole chiave" rivelatrici. Affrontando, ad esempio, il tema della resilienza in ambito educativo, evidenziando come nei progetti educativi inerenti la corporeità espressiva le esperienze ricerchino la percezione della differenza e la valorizzazione della diversità quali strumenti di accoglienza e di costruzione di una realtà condivisa. In questo senso la relazione e la mediazione educativa assumono un ruolo importante nel favorire i processi di scoperta sensoriale, simbolica e comunicativa. Così come l'evocazione e l'immaginazione attiva possono diventare una risorsa e un contributo concreto verso la definizione e realizzazione di un progetto di vita.
In questa prospettiva la mediazione corporea diviene una dimensione comunicativa e d'interazione che permette di costruire percorsi di apprendimento condiviso anche nelle situazioni più difficili e disperate. Questo all'interno di una progettualità educativa comune che deve necessariamente comprendere attori diversi, magari attraverso percorsi di ricerca-azione. Pensiero e parola come traccia, come segno di sé che si colloca nello spazio e nel tempo, come movimento emotivo ed espressione affettiva, prima che concettuale. Ed ancora, gesti, prima che pensieri e parole.
Dalla Biogenesi al Progetto di Vita
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