Sinossi
Il divino della rappresentazione mitica e l’alterità della scena politica incarnano il cupo orizzonte del limite contro cui eroi e tiranni del teatro alfieriano si scontrano statutariamente. Questa indagine ripercorre i modi e le forme in cui il sogno illuministico della “conoscenza” muove l’azione tragica ad esperire e verificare una profonda distonia fra io e mondo, declinandosi nei termini dell’irrequietezza e dell’impossibilità.
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