Hijab e maccaturi: l’altro ‘svelato’ dai ragazzi ai ragazzi, in continuità con il primo volume L’Islam spiegato dai ragazzi ai ragazzi (Il Saggio, 2016), contiene gli Atti del Progetto Didattico “Le Giornate dell’Intercultura”, che ha visto la partecipazione di moltissimi studenti, coadiuvati dai propri docenti e con il supporto scientifico di referenti esterni, provenienti da dieci Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado ubicate, perlopiù, nella Valle del Sele, e nelle zone limitrofe delle aree dell’Alto Sele e degli Alburni Calore. Un territorio di oltre 80.000 abitanti di cui il 12% sono stranieri. Il nostro è un tentativo di rispondere alla paura, provocata dalle stragi in Europa di matrice islamista, con la sete di conoscenza. Siamo, quindi, andati, alla ricerca di un paradigma, quello alla base della dimensione Islam, che è diverso dal paradigma, e dalle categorie concettuali, dell’Occidente. Pochi sanno, forse, che la traduzione corretta di Allah Akbar non è “Dio è grande”, bensì “Dio è più grande”. C’è un comparativo, che prevede un secondo termine di paragone. Siamo andati alla ricerca di questo secondo termine di paragone. In questo l’approccio interculturale ci è stato molto utile ed è stato trasversale a tutte le sezioni che costituiscono il volume: Interletteratura, Letteratura per bambini e per ragazzi, Diritto, Filosofia, Personaggi Ponte, Culture Alimentari. L’innovazione data dal nostro lavoro di ricerca è stata quella di utilizzare la Letteratura Araba contemporanea, in specie il segmento per bambini e per ragazzi, in traduzione italiana, esaminando temi che vanno dal lavoro minorile, al diritto allo studio, all’adozione della libertà come bene universale ed inviolabile, al gioco del pallone, che diviene strumento magico che annulla le differenze ed aiuta a vincere le difficoltà, a prescindere dalla latitudine geografica o dal contesto culturale in cui quella storia si narra. Ciò ci ha aiutato a scoprire, pur nelle diversità delle categorie concettuali alla base dell’Islam e dell’Occidente, il tratto ‘inter’, che è comune a più appartenenze. Ed a utilizzare personaggi ponte che, come il velo, si chiami hijab o maccaturo, possono aprire la strada della conoscenza della diversità in chiave non antagonista. La nostra ricerca parte dalla Scuola, perché noi siamo Scuola, e siamo profondamente convinti che solo dalla Scuola può nascere un vero welfare di comunità, in grado di attuare una integrazione costituzionale, e non antagonista, e disinnescare la miccia delle stragi islamiste.
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Shanghai - Agosto 1990