La cura è un’urna antica che trabocca di significati cruciali per ciascun vivente, animale o vegetale che sia ma anche per le forme che l’ingegno umano, seguendo la propria inclinazione creatrice, ha dato alla materia lasciando il proprio inconfondibile segno nel mutare degli spazi e dei tempi. L’aver cura di sé, di altri, il prendersi cura del giardino della propria vita come del mantenimento, nella propria miglior forma, delle architetture e dei paesaggi umani quotidianamente abitati, è testimonianza e rivelazione del volume totale della persona. Oltre il perimetro necessario dei rimedi e dei trattamenti che leniscono un dolore o guariscono una malattia, l’ampia latitudine semantica della cura consente di riprendere e rimeditare i fondamentali umani della prossimità, della relazione, della sollecitudine, dell’impegno e dell’affanno, dell’interessamento non effimero che si mantiene nel tempo, della costanza che custodisce la propria e l’altrui fioritura. La tesi di fondo è che la cura originariamente intesa abbia un significato intrinsecamente educativo e che i valori di cura siano strettamente imparentati con le virtù dell’educare. Attraverso la consultazione di fonti antiche e moderne in grado d’attestare l’assunto e di riaprire varchi di senso, l’autore sviluppa una teoria pedagogica che assume la fisionomia di un’antropologia concreta in grado di legare l’agire educativo entro una prospettiva etica interna. La centratura discorsiva sul principio di cura comporta la revisione epistemologica della scienza pedagogica come scienza per la pratica della cura ed il parallelo dialogo critico con i temi e i problemi ricorrenti della filosofia della scienza contemporanea. L’iter argomentativo è completato dall’esame ravvicinato delle pratiche di cura correnti onde comprendere le differenti semantiche operative nel loro variare tra aiuto, assistenza e guarigione, e dalla discussione critica dei fondamenti teorici della care che sostengono alcune esperienze educative soprattutto nei paesi anglosassoni. A provvisorio compimento è esposta una fenomenologia descrittiva della cura educativa che ne coglie i segni di presenza e d’assenza lungo i due assi di senso pedagogico della convergenza relazionale e della divergenza progettuale. La cura della persona, come evento educativo, descrive quell’altra cura che esprime la trasmutazione identitaria di ciascuno nel tempo essendo in ogni istante condizione dell’umano e sua originaria destinazione educativa.
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