

Max Horkheimer (1895-1973) e Theodor W. Adorno (1903-1969), fondatori, con F. Pollock, E. Fromm, H. Marcuse, L. Lowenthal e altri, della cosiddetta Scuola di Francoforte che si era inizialmente prefisso il compito di promuovere una serie di ricerche interdisciplinari sulla comprensione della civiltà borghese occidentale, hanno segnato nella storia del pensiero, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, una severa critica ai valori convenzionali prevalenti e ad ogni forma di autorità costituita, sì da essere considerati tra i padri della Contestazione studentesca, con la quale invece avrebbero avuto rapporti conflittuali. Il volume di Cavallera, attraverso l’analisi delle principali opere dei due filosofi, individua all’interno della loro critica dei comportamenti e dei costumi, che conserva una sua consistente attualità in considerazione dell’attuale primato della legge del mercato e dell’industria culturale, i lineamenti emergenti di una prospettiva pedagogicamente fondativa e costruttiva, pur nella sorveglianza nell’evitare ogni cedimento ad una illusione definitivamente risolutrice, espressione questa, sempre per Horkheimer e Adorno, di un ulteriore inganno.