

Gli anni Ottanta, considerati il decennio della lunga transizione italiana, non hanno ancora ricevuto adeguato approfondimento storiografico. Su questo fatto hanno molto pesato giudizi condizionati dalle appartenenze politiche, rivolti spesso a considerare questo periodo come la fase di incubazione della crisi italiana, che avrebbe portato al crollo giudiziario del tradizionale sistema dei partiti. Si è voluto, quindi, evidenziare soprattutto il superamento di questo decennio, non approfondendone l’insieme degli aspetti, che sono al contempo di crisi e di affiorante modernità. Con la caduta del Muro, la riluttanza ad un aggiornamento della cultura politica da parte della sinistra comunista ha pesato sul rinnovamento della sinistra italiana nel suo complesso, e ciò anche in ragione del fatto che la stagione giudiziaria apertasi nel 1992 ha impedito il confronto critico con le proposte che si erano fatte avanti nel decennio precedente, considerandole espressione, quando non veri e propri motori, della diffusa degenerazione del sistema politico italiano. Gli anni Ottanta, sia come esperienze di governo che come fase di elaborazione di nuove culture politiche, hanno subito una sorta di esilio, quando non damnatio memoriae, storiografici. Solo da qualche anno, con l’evidente affiorare della crisi culturale nella sinistra italiana – tanto a lungo mascherata o negata – gli anni Ottanta hanno riacquistato dignità storiografica, offrendo alla ricerca numerosi ed assai interessanti spunti di approfondimento. Uno fra i tanti, e fra i più interessanti, appare l’elaborazione culturale e politica nel Partito socialista italiano, che si era già avviata all’indomani del congresso nazionale del luglio 1976, con l’elezione di Bettino Craxi alla segreteria del partito. Tale elaborazione, che può essere ben seguita ed analizzata attraverso lo studio delle riviste del PSI, appare di maggiore interesse allorquando esce dalla dimensione del dibattito e cerca di farsi realizzazione politica concreta; ci si riferisce al quadriennio del governo Craxi in cui maturarono proposte e soluzioni politiche, sia nell’ambito interno che in quello internazionale, di grande interesse.
Michele Donno
Michele Donno (Lecce, 1977) è Professore associato di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Tra le sue ultime pubblicazioni: Storia dei socialisti democratici italiani. Dalla scissione di palazzo Barberini alla riunificazione con il Psi (1945-1968), 2018; L’Italia e la questione mediorientale (1947-1953), 2019.

Guerra fredda in Medio Oriente 1953-1967
La stampa italiana e internazionale
In appendice articoli di N. Bobbio, P. Calamandrei, A. Capitini, J.P. Sartre

Sguardi dall'Est Petre Andrei e il Fascismo
Traduzione dal romeno di Ioana Cristea Drăgulin

Lo spirito della democrazia
Crisi e virtù di un concetto

Il bene comune
Ripensare la politica con Kant e Rousseau

Storia e libertà
Quattro passi con Hegel e Tolstoj

Studi su Vico
Idea della storia e forme della politica

De philosophia italica
Modernità e politica in Vico e Cuoco

Un caso editoriale tra politica e cultura
"Il Saggiatore" di Alberto Mondadori (1958-1964)

Dall'idolo alla legge
Studi sull'immagine, la politica e il diritto nella Scienza nuova di Vico

Lo scoiattolo della penna
Profilo di Italo Calvino dall'impegno politico alla rottura con il PCI

Per una teoria del mercato
Labriola, Croce, Gramsci