

Gli Epigrammi di Giulia Balbilla, insieme con altre testimonianze di omaggio, sono incisi sulle gambe del “Colosso di Memnone”, che si innalza presso Tebe d’Egitto: tale caratteristica della trasmissione ha contribuito a lungo a far considerare questi testi materiale di quasi esclusiva rilevanza antiquaria, epigrafica ed archeologica; essi, invece, risultano importanti anche sotto il profilo storico-letterario e linguistico, perché sono l’ultima testimonianza a noi nota dell’uso dell’eolico come dialetto letterario. Lo studio di questi Epigrammi risulta anche di notevole interesse dal punto di vista storico-geografico per l’ambientazione in un’area particolare dell’Impero Romano, l’Egitto adrianeo, ed in età tarda rispetto ai primi documenti in eolico letterario, risalenti all’età arcaica, di Saffo e Alceo. Inoltre il contesto costituito dalle epigrafi, sia in lingua greca sia in lingua latina, che corredano il “Colosso”, documenta le pratiche, di tipo religioso e sacrale, che si svilupparono, a partire dall’età imperiale, intorno a questa statua “parlante”.
RECENSIONI:
Recensione su Museum Helveticum, pag. 213 qui. Recensione di Francesca Romana Nocchi su Senecio, qui. Su Giulia Balbilla. Appunti a latere". Recensione di Letizia Lanza su Senecio, qui. Recensione di Paola Radici Colace sulla Rivista di cultura classica e medioevale, qui. Recensione di Luca Bruzzese su Ordia Prima Revista de Estudios Clasicos, qui. Recensione di Alexander Sens su Bryn Mawr Classical Review, qui.

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