Emanuela Primiceri

Il consiglio superiore dell'emigrazione

Dalla Grande Guerra al regime fascista (1915-1927)

Collana: Inter-Sezioni
Anno: 2010
Pagine: 276
Formato: 14,5x21cm
ISBN: 9788882327958

€ 25,00
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Sinossi

L’esperienza della legislazione speciale all’inizio del ‘900 ha costituito un laboratorio fondamentale per il consolidamento di quella nuova cultura di governo che avrebbe alla fine rappresentato una delle eredità migliori trasmesse dal giolittismo ai due decenni successivi. In essa furono sperimentati istituti, procedimenti e uomini destinati a lasciare un segno non effimero nella storia italiana delle istituzioni politiche e amministrative. Il Consiglio dell’emigrazione, istituito con funzioni consultive e direttive, ebbe venticinque anni di vita, essendo stato costituito all’aprirsi dell’età giolittiana nel 1901 e sciolto nel 1927 all’inizio del regime fascista. Avvenne dunque tra la fine dell’800 e la Prima guerra mondiale quello che gli storici chiamano il “decollo amministrativo” italiano. L’autrice ripercorre le problematiche discusse all’interno del Consiglio tra crisi dello Stato liberale e affermazione del fascismo. Emerge come la Grande guerra abbia segnato uno spartiacque nella politica del Consiglio, aprendo una nuova fase. Con l’approssimarsi della fine del conflitto, i problemi economico-sociali del dopoguerra assunsero un’importanza e un’urgenza sempre più rilevanti. Su queste direttive si svolse la politica dell’emigrazione fino all’avvento del fascismo, che in una prima fase si pose su basi di sostanziale continuità con quella liberale. Successivamente, con una svolta epocale, quella che era stata la struttura istituzionale dell’emigrazione, creata dallo Stato liberale veniva man mano smembrata a favore di un nuovo ordinamento fascista.