
Trattato sulle malattie ipocondriache e isteriche
Bernard Manderville
Traduzione di Maria Giuseppina Masulli
Collana: Humanities
Anno: 2009
Pagine: 280
Formato: 14,5x21cm
ISBN: 9788882327002
€ 22,00
Questa è la prima traduzione italiana del Treatise of the Hypochondriack and Hysterick Diseases (1730) di Bernard Mandeville. È un trattato sul tema della malinconia e dei disturbi somatici che ne conseguono, articolato in tre dialoghi. I personaggi principali sono: Misomedone, intellettuale benestante, la moglie Politeca, la figlia e il medico Filopirio, lautamente ricompensato. Si tratta, in fondo, di una famiglia intera di malinconici (la famiglia borghese moderna) che ricorre al medico, cui espongono dettagliatamente il loro stato d’animo e i loro disturbi fisici. Misomedone, pur affetto da tali disturbi, non fa uso di farmaci, contrariamente alla moglie e alla figlia che ne abusano. Chiede al medico la cura della “malattia” e Filopirio prescrive per tutti e tre i membri della famiglia «un corso di esercizi per un mese e nessuna medicina» (I would for one Month prescrive a Course of Exercise and no Medicines at all). Mandeville recupera così la tradizione di ambienti aristotelici, ripresa nel pensiero moderno da Spinoza e Diderot, per cui la malinconia, più che come malattia, è interpretata come stato d’animo generale, riferito però in particolare al temperamento dell’intellettuale. La sua cura, pertanto, non è affidata ai farmaci, bensì a diete semplici, leggere, ad attività fisiche, a divagazioni varie, come l’ascolto della musica in Diderot, e, soprattutto, alla “conversation”, al dialogo costruttivo. È questa la categoria che regge l’intera impalcatura del Treatise, ripresa successivamente un po’ da tutti, Freud compreso, ma che acquista maggiore fisionomia nel concetto di “intersoggettività” di Husserl, su cui si erge buona parte dell’analisi e della psicoterapia contemporanea.
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