

La sempre più diffusa tendenza a leggere e intendere il moderno alla luce dell’antico appare legittima, se ci si propone di rinvenire le tracce di una memoria letteraria che continua ad agire, ma si rivela arbitraria e fuorviante se, eliminando le distanze temporali, si vuole spiegare il mondo contemporaneo e persino i suoi sconvolgimenti politici alla luce di pretese analogie con quello antico. Forse si potrebbero polemicamente rovesciare i termini del forzato accostamento dell’antico al moderno, muovendo da un interrogativo: è possibile che dal confronto con le esperienze del mondo contemporaneo sia proprio la cultura classica a trarre nuovi e suggestivi criteri d’interpretazione? Muovendo da una concezione fortemente dinamica della nostra identità culturale, si è voluto aprire un dialogo fra sette coppie di noti studiosi del mondo antico e di quello moderno, impegnati in un serrato confronto fra passato e presente nel campo delle istituzioni e delle costituzioni politiche, delle campagne e dei brogli elettorali, della censura libraria, della fortuna dei generi letterari, del senso del discorso filosofico e della persistenza del pensiero dei Padri della Chiesa.

Il tempo passa l'alterità resta
Narrazioni letterarie dell'Altro e del Diverso dall'Antichità al Novecento

L'utopia del bello
Discussioni e polemiche classico-romantiche

L'arme pietose
Studio sulla Gerusalemme Liberata

Il diritto e il rovescio
La gravità della legge e la sostenibile leggerezza delle arti

Tra angeli e dei
La parabola del sacro e dell'amore nella poesia barocca napoletana

Eroi comici
Saggi su un genere seicentesco