Lo spaesamento, è la metafora generazionale di una società figlia di una modernità che si è trovata in pochi decenni scaraventata nell’ipermodernità quasi senza accorgersene, travolta dalla propria trasformazione, senza opporre resistenza, anzi diventando incosciamente il vero moto propulsore della nuova realtà. Le macro analisi sulla società che le diverse concezioni della postmodernità presentano (società del rischio, modernità liquida, società dei non luoghi, dissoluzione sociale), tentano di usare le stesse chiavi concettuali per far combinare il macro cambiamento con le diverse forme di disagio delle microstrutture personali e sociali. Anche se i costrutti teorici sono spesso funzionali a forme di potere utilizzate dai decision makers della politica, dell’economia, nonché della cultura e della scienza, queste aporie teoriche mostrano di fatto, da un lato la difficoltà di riferimenti culturali e di strumenti concettuali per spiegare e comprendere situazioni vecchie e nuove, senza cadere nelle trappole epistemologiche dei modelli che si vogliono criticare; dall’altro, sottolineano i reali processi di declino, incertezza ed instabilità di scelte individuali, di rappresentazioni soggettive e sociali nella società attuale. La forma estesa che ha assunto il disagio adulto è il dato di fatto più critico del nostro modello esistenziale. L’adulto è stato, nel corso dei secoli, per eccellenza il modello di riferimento per le future generazioni. La condizione di criticità (immaturità?) dell’adulto mette in crisi i costrutti teorici e i contesti di vita personale sociale e istituzionale dei soggetti. In questo volume si è voluto sottolineare alcuni tra i segni del disagio: cambi di paradigma dell’adultità stessa; fragilità cognitiva ed emozionale; identità e appartenenze; il vivere quotidiano; la sessualità; la differenza di genere; le malattie esistenziali; genitorialità difficile; perdita, suicidio; e soprattutto lavoro e professionalità che oscillano tra incertezza e stress; mobbing, burn-out e drop out. Il disagio qui rappresentato è il micro-disagio delle forme di vita, in cui convive lo scollamento di ritmo, quantità e qualità dei saperi, dei valori e dei modelli tramandati, certi e organizzati e nuove situazioni di criticità. Risultato: perdita di equilibrio, di armonia e serenità, di qualità del vivere, del sapere, dell’agire, forme di patologia incluse. Come fare? Una possibile via d’uscita è far sì che attraverso la formazione, le forme di counselling, di tutorship e di accompagnamento, il soggetto e le organizzazioni, riconoscano e imparino a gestire le diverse forme di condizionamento esperienziale interne ed esterne e si riapproprino di nuove forme di relazione con l’esistenza.
Ivana Maria Padoan
Ivana Maria Padoan, epistemologa, linguista, psicologa e pedagogista, già Professore Associato nel Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha insegnato Epistemologia della complessità, Educazione degli adulti, Pedagogia interculturale, Genere e generi in formazione, Genere diritto e management. Visiting professor in diverse università estere. Ha diretto dal 1999 il Master Universitario sulla Comunicazione e i Linguaggi non Verbali e ora il Master in Professione e Psicomotricità e Studi di Gender. È autrice di diversi volumi e saggi. Conduce ricerche e progetti nazionali e internazionali. Pratica Karate Do Tradizionale e taiji quan.

Genere, generi disuguaglianze e differenze
Culture e pratiche di genere

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Variazione sul corpo: pratiche educative, rieducative, terapeutiche

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