

La poesia di Leopardi, con la riflessione che l’accompagna, costituisce una delle più significative testimonianze europee di modernità letteraria - appunto in quanto nata in opposizione a quest‘ultima. Lungi dal negare le proprie origini patogene, essa sottolinea piuttosto che la modernità scaturisce in fondo da un atto di negazione. Nell’opera stessa di Leopardi esistono due momenti chiave strettamente correlati, nei quali la modernità - negativa - dell’autore si è cristallizzata in modo esemplare: L’Infinito e A se stesso. Questi canti rappresentano la più elevata e la più disincantata espressione delle sue ambizioni di poeta postclassico. Dalla divergenza tra il componimento giovanile e quello della maturità emergono progressivamente i contorni di un’arte che Leopardi tentò di delineare nel concetto di una ‘poesia non poesia’: essa incarna i termini estremi di un’imitazione della natura non più degna di essere imitata.

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