L’educatore, così come lo conosciamo oggi, ha una storia recente: é una figura che sorge per rispondere ai bisogni formativi del nostro tempo e della nostra società. Anche se “professione giovane”, dai confini ancora aperti, non è però priva di radici storiche o di una tradizione in campo pedagogico. Può rivendicare legittimamente una importante eredità per varie ragioni. Innanzitutto per la scelta di questo termine “educatore”, che rappresenta un concetto essenziale, centrale di tutta la tradizione pedagogica. Poi perché suo principale ambito di intervento è l’educazione extrascolastica, che rimanda a esperienze decisive nella storia formativa individuale: da quelle dell’esistenza quotidiana a quelle vissute nei gruppi, nelle associazioni o in istituzioni informali o non formali, come la famiglia o il luogo di lavoro. L’educatore si qualifica per le attività di cura e di accompagnamento, di reinserimento e di riabilitazione sociale, di prevenzione e di promozione di modi di essere, di atteggiamenti e di saperi, che egli propone come conquiste del soggetto a lui affidato. Questa idea di educazione come “prendersi cura” dell’altro (specialmente quando è in situazione di difficoltà), o come intervento per favorire lo sviluppo armonico della persona, è stata interpretata e vissuta in tutte le epoche e in tutte le società, ovviamente in forme diverse. Utilizzando riferimenti storici essenziali, il volume mira a ricostruire alcune situazioni e figure del passato, che possono rappresentare le radici o gli “antenati” dell’educatore di oggi e delle sue molteplici attività.
Il volume è stato sottoposto a due "blind referees" in forma anonima.
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