
Umberto Zona, Martina De Castro
Edusfera. Processi di apprendimento e macchine culturali nell’era social
Anno: 2020
Pagine: 336
Formato: 17x24cm
ISBN: 9788867606849
€ 28,00
Le teorie in questo caso quelle che hanno per oggetto i processi di apprendimento, per essere comprese appieno, andrebbero inserite nell’ambito storico e culturale che le ha generate. Zona e De Castro hanno scelto quest’ultima via, ricostruendo, in particolare, le fortune novecentesche del comportamentismo e l’inaspettato successo di cui esso gode oggi nell’edusfera generata dalla Rete. Attraverso un set di condizionamenti più o meno occulti, infatti, gli algoritmi tendono a ridisegnare la società attraverso strategie di addestramento di massa che hanno luogo soprattutto nel Web, capaci di indurre nel soggetto l’interiorizzazione in/consapevole di comportamenti standardizzati. Da quello che emerge dalla affatto scontata analisi degli autori, non si tratta di forme di ammaestramento finalizzate all’ottimizzazione della prestazione o volte semplicemente all’acquisizione di beni, quanto, piuttosto, di una vera e propria filosofia di vita costruita, da un lato sulla regolamentazione, normalizzazione e omologazione dei comportamenti e, dall’altro, sulla semplificazione dei processi di scelta. È questo che, sostanzialmente, gli autori intendono per neocomportamentismo. D’altro canto, gli algoritmi sono macchine culturali – come Zona e De Castro, riprendendo la lezione vygotskijana, li definiscono – che hanno la presunzione di predire avvenimenti ma che, in realtà, etichettano le persone sulla base di assunti arbitrari, desunti da quell’infinita mole di dati prossimali, viziati nella forma e nella sostanza, con i quali sono nutriti dai programmatori. Potenti macchine culturali, infine, sono anche social network, reality show, youtuber e influencer, che svolgono spesso la funzione di agenzie educative informali per le nuove generazioni. Essi non vanno affatto demonizzati ma “navigati” con consapevolezza critica. Si tratta di argomentazioni che impattano con i temi cari all’inclusione, soprattutto se si sposta lo sguardo sul modello neoliberista oggi dominante, sull’abilismo che lo permea e lo determina mediante meccanismi quali la competitività, la produttività, l’efficienza e attraverso l’affermazione di standard/parametri che lo sanciscono: l’essere maschi, bianchi, eterosessuali, sani.
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