Sinossi

Ineludibile topos della letteratura per l’infanzia, la casa è uno spazio imprescindibile nei libri per ragazzi e ragazze, uno spazio così totalizzante che pare impossibile immaginare le tante storie che abbiamo letto nella nostra infanzia senza evocarne le ambientazioni: la casa selvaggia di Robinson Crusoe, quelle maleodoranti di Charles Dickens, le case mutanti di Alice nel paese della Meraviglie, la casa fredda e poveris-sima di Pinocchio, la villa sbilenca di Pippi Calzelunghe, la casa sugli alberi di Cosimo Piovasco di Rondò. Altrettanto suggestive risultano essere anche le case nelle fiabe popolari, considerate preziosi spazi di iniziazione o zone liminali dell’altrove, come in Hansel & Gretel, Vasilissa La Bella, I tre porcellini o Cappuccetto Rosso. Il concetto di casa, come lo intendiamo oggi, è il frutto di una conquista alquanto recente. Ricostruendo la vita privata degli ultimi quindici secoli, Philippe Ariès e Georges Duby hanno dimostrato che, sebbene già intorno al Quattrocento si fosse avviato un processo di progressiva trasformazione dell’architettura abitativa, sola-mente nel XIX secolo si approderà ad una piena e consapevole privatizzazione del-l’ambiente domestico. Il secolo della casa sarà però il Novecento, quando i modelli domestici rifletteranno l’evoluzione di determinate identità sociali e di nuovi stili di vita familiare destinati a consolidarsi poi nei nostri anni. Questi mutamenti investi-ranno inevitabilmente anche la letteratura per l’infanzia. Il volume, composto da otto saggi, analizza il topos domestico secondo una duplice lettura interpretativa. Da una parte, la casa è indagata, in chiave storica, come “oggetto pedagogico” primario. Dall’altra, invece, vengono esplorati i modelli, le forme, le visioni e le trasformazioni (letterarie e visive) della casa che hanno animato quella particolare forma narrativa che è l’albo illustrato.