Pedagogia, didattica e ricerca educativa: approcci, problemi e strumenti

A cura di Antonella Nuzzaci

Collana: University, Teaching & Research
Anno: 2019
Pagine: 636
Formato: 16x24cm
ISBN: 9788867606580

€ 35,00
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Sinossi

Primo di una nuova collana, il presente volume intende approcciarsi al pedagogico riconoscendogli una natura variegata e complessa, dove l’analisi dei fenomeni didattici e formativi prende avvio dai migliori risultati della scienza, sia dal punto di vista esplorativo che da quello attuativo delle prassi. Nel desiderio di rispondere ai tentativi di emarginazione pedagogica, ormai culturalmente e socialmente imperanti e inaccettabili, la pedagogia deve volgersi a sfidare idee e valori radicati per espandere la conoscenza, esortando i professionisti dell’educativo a prendere coscienza del ruolo e della forza culturale che hanno nella società. Costruire la conoscenza dentro e fuori l’istruzione richiede che professionisti e destinatari a cui è rivolta la proposta culturale apprendano a confrontarsi, abbandonando il pregiudizio e la credenza ingenua a favore del “diritto alla domanda”, che si eleva al di sopra del sapere e che non richiede risposte preconfezionate. È a partire, dunque, dal dubbio, in quanto principio fondante della scienza, che la pedagogia può trasformarsi in scienza critica e riflessiva, capace di coniugare teoria e pratica entro un solido e fertile terreno, privo di ogni forma di prescrittivismo banalizzante l’azione e scevro da una consapevolezza critica volta a orientare la pratica. Il volume vuole sostenere l’idea di una pedagogia capace di alimentarsi di rispetto, di tolleranza, di umiltà, di apertura al nuovo, di flessibilità, di curiosità, di differenza, ma il cui rigore è dato soprattutto dalla sua robustezza metodologica che ne integra natura ed essenza. Indagine disciplinata da una conoscenza storicamente, culturalmente e politicamente legata a riferimenti scientificamente fondati, la pedagogia si afferma nell’intersezione culturale tra settori educativi di area diversa (storia della pedagogia, pedagogia generale, didattica e ricerca educativa), intendendosi come processo, come lungo viaggio, talvolta ripetuto, al centro del quale, si pone l’autocritica, quale strumento essenziale sia dell’insegnamento che dell’apprendimento, che attribuisce a ricercatori, educatori, insegnanti e formatori la responsabilità di interrogare le proprie ipotesi e la propria azione, ma soprattutto di innovare e costantemente riflettere su quanto innovato. In questo senso, l’opera rappresenta un elogio a quella pedagogia capace di superare barriere, di abbattere muri, di interagire, di far lavorare insieme, di collaborare e di continuare a costruire competenza nell’intento di migliorare il domani, affermandosi disciplina  capace di evitare diatribe esasperate ed inutili, di muoversi tra i confini della teoretica e della pratica, del pedagogico e del didattico, del teorico e dell’empirico e di guardare lontano con il contributo di coloro che credono in essa.

As the first in a new series, this volume aims to approach pedagogy by recognizing its varied and complex nature, where the analysis of didactic and formative phenomena starts from the best results of science, both from an exploratory and practical point of view. In the desire to respond to the now culturally and socially reigning and unacceptable attempts at pedagogical marginalization, pedagogy must turn to defying entrenched ideas and values to expand knowledge, urging educational professionals to become aware of their role and cultural strength in society. Building knowledge inside and outside education requires that professionals and target groups to whom the cultural proposal is addressed learn to confront each other, abandoning prejudice and naive belief in favour of the “right to demand”, which rises above knowledge and does not require pre-packaged answers. It is, therefore, from doubt, as the founding principle of science, that pedagogy can be transformed into critical and reflexive science, capable of combining theory and practice within a solid and fertile ground, devoid of any form of trivializing prescriptivism and free from a critical awareness aimed at guiding practice. The book wants to support the idea of a pedagogy capable of feeding on respect, tolerance, humility, openness to the new, flexibility, curiosity, difference, but whose rigor is given above all by its methodological robustness that integrates nature and essence. An investigation disciplined by a knowledge historically, culturally and politically linked to scientifically founded references, pedagogy affirms itself in the cultural intersection between educational sectors of different areas (history of pedagogy, general pedagogy, didactics and educational research), understanding itself as a process, as a long journey, sometimes repeated, at the centre of which is self-criticism, as an essential tool for both teaching and learning, which gives researchers, educators, teachers and trainers the responsibility to question their own hypotheses and actions, but above all to innovate and constantly reflect on what has been innovated. In this sense, the work represents a praise to that pedagogy capable of overcoming barriers, breaking down walls, interacting, making people work together, collaborating and continuing to build competence in order to improve tomorrow, establishing itself as a discipline capable of avoiding exasperated and useless diatribes, of moving between the boundaries of the theoretical and practical, of the pedagogical and didactic, of the theoretical and empirical, and of looking ahead with the contribution of those who believe in it.