

Nutrici che si lamentano del destino, che imparano le leggi della vita dalle sventure dei loro protetti, che oscillano tra etiche contraddittorie di cui non capiscono a fondo la portata, o che, impotenti, non possono far altro che piangere sull’inutilità della loro trophé. Pedagoghi che per amore dei loro allievi insegnano il sospetto e l’odio, che rischiano di commettere il male per ignoranza del bene, o che, con la loro irreprensibile antica moralità e la loro sympatheia verso i giovani eroi a loro affidati, suscitano fiducioso rispetto o al contrario sospettose ma sempre smentite riserve. La maschera tragica del trophós è molto più variegata e ricca di sfumature di quanto comunemente si creda, e pure contrassegnata da significativi elementi unificanti che meritano di essere approfonditi.
Questo lavoro studia le figure dei pedagoghi e delle nutrici nelle tragedie integralmente pervenuteci di Eschilo, Sofocle e Euripide: la nutrice di Fedra nell’Ippolito, il pedagogo di Creusa nello Ione, i trophoi di Oreste nelle Coefore e nell’Elettrasofoclea ed euripidea, la nutrice di Deianira nelle Trachinie, la nutrice e il pedagogo nella Medea e la nutrice di Ermione nell’Andromaca. Osservando da un lato la loro intrinseca natura di personaggi tragici, profondamente legati al genere letterario cui appartengono, e dall’altro i vari aspetti della paideia di cui si fanno di volta in volta portavoce, si mette in luce come ciascuno di questi “personaggi minori” svolga in realtà una funzione formativa tutt’altro che accessoria.

Scritti in ricordo di Silvio M. Medaglia
Philotesia

La leggenda troiana
(Carmina Iliaca)

Cicerone in Cassio Dione
Elementi biografici e fortuna dell'opera

Lettere, mimesi, retorica
Studi sull'epistolografia letteraria greca di età imperiale e tardo antica

Gli epigrammi di Giulia Babilla
(Ricordi di una dama di corte) e altri testi al femminile sul colosso di Memnone

Stratone di Sardi
Epigrammi

Apollonio Rodio
Argonautiche, libro II