

Il tentativo di far emergere il profilarsi di una letteratura intenzionalmente rivolta all’infanzia, all’interno di un contesto, particolarmente ricco e sfaccettato, quale quello veneto, riconosce nelle favole di derivazione esopica una proposta di lettura per un nuovo destinatario, il bambino. All’interno di un ampio recupero della classicità proprio della seconda metà del Settecento, la favola diventa un genere letterario significativo nell’offrire, sotto veste classica, contenuti moderni; nell’esplicitare l’affermazione del bene-virtù e la negazione del male-vizio, incitando alla trasformazione dell’umanità mediante l’educazione delle giovani generazioni. Un’amena lettura lontana da sterili finzioni, radicata nella realtà e in quanto tale veritiera e morale adatta quindi a soddisfare il piacere di un pubblico di lettori in progressivo aumento e che necessita di guida. Tra la fine del Settecento e la seconda dominazione asburgica, la favola ben risponde alla volontà di trovare forme di insegnamento adatte al mondo dei più piccoli nonché contenuti adeguati alla capacità di comprensione del bambino il quale nei dialoghi pieni di realismo contenutistico di animali umanizzati e parlanti trova una buona dose di divertimento.
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INCLUDERE PER APPRENDERE APPRENDERE PER INCLUDERE
Formazione e sviluppo professionale inclusivo degli insegnanti

VALUTARE L'EFFICACIA
La formazione alla didattica dei docenti universitari Il caso di due Dipartimenti di eccellenza

Qualità dell'inclusione & inclusione di qualità
Monitoraggio e promozione della scuola inclusiva

L’educazione finanziaria
Il far di conto del XXI Secolo

Discontinuità pedagogiche
Integrare ecologia umana ed ecologia dei saperi per far fronte alle nuove emergenze formative