Mondo classico e mondo moderno si incontrano nelle riflessioni di Thomas Babington Macaulay sulla Storia e sulla natura dello storico perfetto. In History Macaulay cataloga e organizza materiali e testi della tradizione storiografica classica, adattandoli alla sensibilità del lettore ottocentesco. Lo storico inglese esamina i diversi modi di narrare la Storia animato dal desiderio, ereditato da una tradizione preromantica, di rivisitare i modi con cui era stato ripreso il passato. Nello storico perfetto «capacità difficilmente compatibili dovrebbero temperarsi in una perfetta armonia». Se nel 1828 per il giovane Macaulay scrivere bene la Storia alludeva al desiderio di cercare una perfect amalgamation tra immaginazione e ragione, con il passare degli anni la presa d’atto del primato della politica segnò le sue riflessioni. Lo storico non poteva e non doveva essere neutrale. Il Saggio sulla Storia, certo, contribuì a dare consistenza alla ricerca, a rileggere le fonti, a raccogliere i materiali, ma allo stesso tempo quel catalogo dei modi di narrare il passato, non prevedendo alcuna mediazione con la realtà, evidenziava la natura contraddittoria del sogno: lo storico perfetto avrebbe potuto risiedere solo nel paese dell’utopia dove Storia e Politica, appunto, sarebbero state superflue.

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La forma, il tempo l'utopia

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