Giuseppe Torquato Gargani

Diceria

Nuova edizione

A cura di Nico Abene

Collana: Filigrane
Anno: 2013
Pagine: 92
Formato: 14,5x21cm
ISBN: 9788867600861

€ 18,00
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Sinossi

A cominciare, si sa, fu Giuseppe Torquato Gargani, «pedante arcigno», «il classicista più intransigente e più intollerante», «il più radicale», chi lo conobbe è concorde nel ricordarlo così. Per Carducci, l’amico dell’anima. Tutt’altro che accidentale, la «diceria», pubblicata nel luglio del 1856, si inserisce in un rigido programma censorio (estetico e morale), nell’ambizioso tentativo «di non lasciar passare impunito qualunque libretto di poesia sia per venir fuori da oggi in poi». Vittima predestinata Braccio Bracci, fresco di Fiori e spine, l’«uccello destinato a gran volo», pronto alla perfezione solo che si abbandonasse allo studio della poesia «de’ cento poeti Alemanni moderni, e dei Pollacchi, e degli Scandinavi, e perfino dei Russi» (secondo la maldestra definizione e suggerimenti del Guerrazzi), che anche un osservatore non di parte (non «pedante», cioè), anzi ai «pedanti» decisamente ostile, descrive arguto nell’abbigliamento stravagante e studiatamente «trasandato», nei versi improvvisati e «dozzinali», non altrimenti noto che per il baccano della polemica che suscitò. Introduzione di Nico Abene