

La filosofia vichiana esprime la consapevolezza che solo nella costanza della prassi (e della giurisprudenza che di questa prassi è il fiore più estremo e raffinato) è possibile ritrovare la vita e il senso della vita. In ciò sta l’anti-decostruttivismo di Vico; la sua inassimilabilità alle ideologie post-moderne. Radicato nello spazio della modernità, Vico ne vede tutte le tensioni e tutta la drammaticità e non tenta alcuna operazione di addolcimento del reale. Anzi, ad ogni passo egli ci ricorda la ferinità della lotta che l’uomo conduce, per acquisire la propria umanità; per trarsi fuori dal mondo naturale. Qui, la ferinità della politica non è negata, ma domata e messa a servizio della costruzione di una civitas in cui la religio (i legami tra i cittadini) governi la conflittualità tra i ceti e dia ordine e forma allo svolgersi della vita collettiva.

Studi su Gramsci
Americanismo, Democrazia e Teoria della Storia nei Quaderni del Carcere

Sguardi dall'Est Petre Andrei e il Fascismo
Traduzione dal romeno di Ioana Cristea Drăgulin

Lo spirito della democrazia
Crisi e virtù di un concetto

Il bene comune
Ripensare la politica con Kant e Rousseau

Storia e libertà
Quattro passi con Hegel e Tolstoj

La cultura politica del PSI negli anni Ottanta
Discussioni e propaganda nelle riviste socialiste

De philosophia italica
Modernità e politica in Vico e Cuoco

Un caso editoriale tra politica e cultura
"Il Saggiatore" di Alberto Mondadori (1958-1964)

Dall'idolo alla legge
Studi sull'immagine, la politica e il diritto nella Scienza nuova di Vico

Lo scoiattolo della penna
Profilo di Italo Calvino dall'impegno politico alla rottura con il PCI

Per una teoria del mercato
Labriola, Croce, Gramsci