Sinossi

Frutto più cospicuo di un’attività teorica e storico-letteraria eccezionalmente poliedrica, le riflessioni di Maksim Il'i? Šapir (1962-2006) sulla natura del discorso in versi e sul rapporto fra metro e ritmo che in esso si instaura sono il coronamento di dibattiti condotti in Russia nel corso di un secolo e oltre. Šapir si riallaccia infatti alle teorie sul verso di impianto induttivo e metafisico-simbolista (Andrej Belyj) e a quelle – basate sulla deduzione – dei formalisti (Jurij Tynjanov, Boris Jarcho, Roman Jakobson, Boris Toma?evskij et cetera), e ne supera le aporie tramite un’analisi “fenomenologica” dello specificum versale come modalità particolare del linguaggio, ossia prendendo in esame esempi “di confine” fra verso e prosa, in cui tale specificum – eliminato il quale la poesia si trasforma in prosa – è più facilmente isolabile e definibile.

Così Šapir arriva alla conclusione che le unità del verso contraggano mutui rapporti paradigmatici: esse sono legate non tanto come parti di un tutto, quanto come modificazioni di un’invariante. Quanto al metro e al ritmo, essi sono i due canali – uno passivo, basato sull’aspettativa rispetto al “dopo”, l’altro attivo, basato sull’alterità rispetto al “prima” – che conferiscono al testo in versi una “capacità di risoluzione” superiore: attraverso di essi si manifesta il Ritmosenso, inafferrabile in sé, ma proprio per questo capace di attuare una comunicazione non semiotica. Dalla teoria del verso propriamente detta, i saggi qui raccolti allargano sovente il campo a questioni teoriche ancora più ampie: ad esempio il ruolo dei metodi esatti nelle “scienze umane”; all’elaborazione di strumenti analitici “esatti”, Šapir ha del resto dedicato non pochi sforzi, qui ampiamente illustrati. I saggi šapiriani sono accompagnati da un apparato critico volto a facilitarne tanto la comprensione quanto la contestualizzazione: ne risulta un’enciclopedia sui generis della teoria della letteratura russa novecentesca, dalle origini negli anni Dieci del Novecento ai dibattiti più recenti, posteriori alla precocissima morte dello stesso Šapir.